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118 | I Nibelunghi |
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Allor rispose, e dirmi poi qual d’esse
15Pigliar volete voi, se pur di tinto
Avete potestà. — Farò cotesto,
Disse Gunthero, il cavaliere ardito
E baldanzoso. E veggo a una finestra,
In vesti bianche come neve intatta,
20Una donzella. È d’inclite fattezze,
E lei, per l’aitante sua persona,
Scelgono gli occhi miei. S’io di cotesto
Avrò possanza, ella sarà mia donna.
Ben giustamente fe’ per te la scelta
25Degli occhi tuoi la luce. Essa è la nobile
Brünhilde, la leggiadra giovinetta,
A cui l’anima tua, la mente e il core
Anelano pur sempre. — E gli atti suoi
Piacquer d’assai a re Gunthero. Intanto
30Volle sì che le nobili sue ancelle
Da le finestre si levasser tutte
La regina, chè niuna a riguardare
Restar dovea gli estrani prodi. In questo
Ad obbedirle eran sì tutte pronte,
35Ma quanto feano allor, più tardi a noi