Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
I Nibelunghi | 127 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:198|3|0]]
Lasciato avrei cotesto. — Ed ella disse:
Poi ch’è tuo sire e tu se’ l’uom di lui,
Nel gioco ch’io gli pongo e ch’egli ardisce
Di sostener, s’egli ha vittoria certa,
215Io son la donna sua ma se ch’io vinca
Avvien, per tutti voi ne va la vita.
Hàgene allora di Tronèga disse:
Donna, fateci almen questi tremendi
Vostri giochi veder pria che vittoria
220Gunthero, il mio signor, confessi a voi,
Chè ciò male sarìa. Ma sì avvenente
Giovinetta davver! ch’ei vincer spera!
La pietra ei dee scagliar, dietro la pietra
Avventarsi d’un balzo e lanciar meco
225Lanciotti acuti. Ma di tanto voi
Non v’affrettate! Perder qui potreste
E la vita e l’onor; di ciò pertanto
Pensier vi date, — favellò in tal guisa
L’amabil donna, e al suo signor frattanto
230Si fea da presso principe Sifrido
Ardimentoso e gl’indicea sommesso
Ch’ei volesse dinanzi a la regina