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136 I Nibelunghi

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Alla regina, da ogni affanno e cura
Andar disciolto. Porgimi lo scudo,
Lascia ch’io ’l rechi e nota con tua cura
Ciò che dir m’udirai. Tu del trar colpi
395Fa i gesti e gli atti, ch’io la gran faccenda
Da solo compirò. — Come s’accorse
Chi veramente quei si fosse, n’ebbe
Prence Gunthero molta gioia. — Questa
Astuzia mia tu dêi celar, soggiunse
400Prence Sifrido, e nulla dirne. E poco
Vampo davver potrà su te menarne
Questa regina, anche se il voglia. Vedi
Ch’ella innanzi ti sta senza paura!
  L’inclita giovinetta un fiero colpo
405Sferrò contro uno scudo ampio e di nuova
Foggia ed immane, cui recava in braccio
Di Sigelinde il figlio, e ratto il fuoco
Scintillò dall’acciar come se vento
Entro soffiasse. Del lanciotto immane
410L’acuta punta attraversò lo scudo,
Sì che la fiamma lampeggiar fu vista
Là per gli anelli. Vacillâr di sotto

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