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138 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:209|3|0]]
435Brünhilde e disse: Nobil cavaliero,
Gunthero prence, grazie di tal colpo!
Ella credea che in suo vigor scagliato
Re Gunthero l’avesse. Oh! ma d’accanto
Furtivamente s’era posto a lui
440Uom d’assai più valente! Ella n’andava
Rapidamente, e n’era il cor sdegnoso.
Una pietra levò l’inclita donna
E lungo assai dalla sua man gittolla
Con forza immane. Alla rotante selce
445Ella dietro avventossi, e l’armi sue
Tutte su lei romereggiâr. Caduta
Più che dodici braccia era lontana
L’immane pietra, ma con un sol balzo
L’agii fanciulla superato avea
450Della pietra il gittar. N’andava intinto
Prence Sifrido ov’essa giacque, e un poco
La smosse re Gunthèr, ma chi gittolla
Fu Sifrido gagliardo. Era Sifrido
Ardimentoso ed alto e forte assai,
455E più lunge d’assai lanciò la pietra
E dietro le balzò più lunge ancora,