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162 I Nibelunghi

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Piacciavi cavalcar. Niuno agli amici
Meglio potria di voi questo vïaggio
15A quella corte render noto. — Acconcio
Ed atto messaggier, no, non son io,
Hàgene rispondea. Fate che ufficio
Io curi sol di camerlingo, ch’io
Qui rimaner su l’onde vo’, d’accanto
20A le donzelle, e custodir lor vesti,
Fin che addurle potrem là ne la terra
Ch’è di Borgogna. Voi pregate intanto
Prence Sifrido che il messaggio rechi.
Ei tale ufficio con virtù sovrana
25Adempier vi potrà. Che s’egli a dietro
Da tal vïaggio si ritrae, con dolce
Atto ed amicamente e per l’amore
Il dovete pregar di vostra suora.
  Così del prode fe’ ricerca il sire,
30E venne il prode, ratto che qualcuno
Rinvenirlo potè. Disse Gunthero:
  Poi che vicini a casa, alla mia terra,
Ci facciam noi, degg’io miei messaggieri
Alla diletta mia sirocchia, a mia

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