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I Nibelunghi | 165 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:236|3|0]]
Con molta cura, per ch’io poi devoto
80A Kriemhilde mi sia per tutto il tempo.
Sifrido, il sire ardimentoso, ratto,
Come a lui s’addicea, prese da donna
Brünhilde allora e da’ consorti suoi
Commiato e cavalcò lunghesso il Reno.
85Esser già non potea messo migliore
Su questa terra. A Worms ei cavalcava
Con ventiquattro valorosi; e detto
Poichè fu allor che Sifrido redia
Senza il suo re, ciò fu rancura a tutti
90Li suoi consorti con dolor. Temeano,
Temeano ei sì che là rimasto fosse
Il lor prence e signor. Ma quei balzaro
Da’ lor destrieri, e superba per gioia
Lor alma era d’assai. Rapido corse
95Incontro a lor Gislhero, il buono e giovane
Prence, e Gernòt, fratello a lui. Deh! quanto
Ei concitato favellava, ratto
Che appo Sifrido re Gunthèr non scorse!
Il benvenuto siate voi, Sifrido.
100E farmi udir dovete voi il mio