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206 I Nibelunghi

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610Prence Gunthero, e per l’uom si dolea.
  Ma Sifrido più assai si vergognava
E a muover l’ira fea principio. A lei
Con sua forza potente ei si fe’ incontro,
E in estremo periglio aspra tenzone
615Con Brünhilde tentò. Parve ben lungo
A Gunthero quel tempo anzi che il prode
La regina domasse. Ella a Sifrido
Strinse le mani di tal foggia e guisa,
Che da l’ugne gli uscì, per tanta forza
620De la fanciulla, il sangue. Al valoroso
Grave doglia fu questa! Oh! ma dipoi
A smentir la sua dura volontade
Ch’ella dissegli in pria, la fiera donna
Da lui fu addotta. Udìa prence Gunthero
625Cotesto, ben che nulla il valoroso
Dicesse intanto. Di tal foggia incontro
Al letto ei la cacciò, che alto diè un grido,
Forte e grave dolor le fe’ del prode
Il possente vigor. Ma quella intanto
630Al fianco l’afferrò, là ’ve il suo cinto
Trovò di passamano e avvinto il prode

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