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212 I Nibelunghi

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N’andassimo di qui. D’uopo è che prima
Dividano con me li miei fratelli
La terra di Borgogna. — E fu cagione
Questa a Sifrido di corruccio, allora
15Ch’egli udì da Kriemhilde esta parola.
  Vennero i prenci a lui, tutti parlando,
Tutti e tre. Deh! sappiate, elli diceano,
Prence Sifrido, che sacrati a voi
Sempre, fino alla morte, e in tutta fede
20Son li nostri servigi. — Ei s’inchinava
A’ prodi innanzi, poichè tale a lui
Facean profferta grazïosamente.
  Anche dobbiamo noi, disse Gislhero
Il giovinetto, spartir vosco e terre
25E borghi ancor che nostri son. Di quanto
Dell’ampio regno sta soggetto a noi,
Egregia parte con Kriemhilde vostra
Toccar v’è d’uopo. — A’ principi rispose
Di Sigemundo il figlio, allor che questa
30Intese e scorse volontà dei duci:
  In sempiterno lasci Iddio la vostra
Eredità felice, insiem con quante

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