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I Nibelunghi | 215 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:286|3|0]]
Ostelli d’apprestar là ’ve ciascuno
Gli ebbe più cari, per la notte, in tutta:
Di Gunthero la terra; e messaggieri
80Fûro invïati a Sigemundo ancora
Per ch’egli, e Sigelinde insiem con lui,
Saper dovesse ormai che si redìa
Da Worms chi’è al Reno, il figlio suo
con quella
85Di donna Ute celebrata figlia,
L’assai bella Kriemhilde. Oh! non poteagli
Esser più grata la novella! Ei disse:
Felice appien, che tanto son vissuto
Fin che qui ne verrà Kriemhilde bella,
90Incoronata! Eredità ch’è mia,
Alto onore n’avrà. Sire qui debbe
Essere il figlio mio, nobil Sifrido!
E donna Sigelinde assai donava
Cose lucenti al messaggier, d’argento
95E d’oro un grave pondo, e fu cotesta
Mercè che a lui serbò. De la novella
Ch’ebbe da lui, si rallegrava, e intanto,
Quanto più s’addicea, le ancelle sue