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218 | I Nibelunghi |
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Sigelinde così, la nobil donna,
Di tutti si prendea solerte cura.
145Disse agli amici suoi prence Sigmundo:
A tutti, che a Sifrido son cognati,
Io rendo noto che la mia corona
Ei recar dee dinanzi a questi eroi.
E quei di Niderlànd ben volentieri
150Udìan ridir cotesto annunzio. Intanto
Al figlio suo lasciò la sua corona
Col suo diritto il re, con la sua terra,
E da quel dì per tutto fu sovrano
Prence Sifrido. Quanto giusto ei vide,
155Quanto ei dovè ordinar col suo diritto,
Tanto da lui si fece, onde le genti
Temean d’assai di Kriemhilde leggiadra
L’inclito sposo. In così grande onore
Visse, egli è vero, e governò pur anco
160Sotto alla sua corona in fino al decimo
Anno, quando acquistò la sua leggiadra
Donna un figliuol. Conforme a volontate
De’ congiunti del re ciò accadde invero.
A battezzarlo ei s’affrettarno e dato