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I Nibelunghi 231

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Ed alta ei son davver. Fannovi intanto
Un invito, sul Reno ad una festa.
Chè volentieri assai, siate di tanto
Voi senza dubbio, ei vi vedranno. E pregano
170Questa signora mia che venga vosco
Ratto che tocchi l’invernal stagione
Il termin suo. Vedervi ei dènno prima
Del vicino solstizio. — E rispondea
Sifrido il forte: Ciò potrìa davvero
175A gran stento accader! — Ma Gère disse,
Ei, del suol di Borgogna: Anche vi pregano
Ute, la madre vostra, e Giselhero
E Gernòt, nè potete in niuna guisa
Cotesto ricusar. Perchè voi sète
180Lungi cotanto, ad ogni dì li sento
Io muover lagni. Ma Brünhilde, mia
Inclita donna, ed ogni ancella sua
Gioia si avran di tal novella, quando
Possa avvenir che vi riveggan anche,
185Ciò che lor donerà forza a lo spirto.
  A Kriemhilde leggiadra esta novella
Buona e lieta sembrò. Congiunto a lei

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