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244 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:315|3|0]]
Per la man si prendean; ma l’inchinarsi
In un atto cortese (e quale in copia
Ognuno allor toccò), ma l’amoroso
105Baciarsi qual si fea da donne assai,
Cose a vedersi furon dolci a tutti
Gli uomini di Gunthero e di Sifrido.
Non indugiârsi lungamente, e tosto
Vennero al borgo cavalcando. Quivi
110L’ospite regio di mostrar fe’ cenno
A quegli ospiti suoi che volentieri
Elli eran visti alla burgundia terra,
E molti rinvenìan torneamenti
Pomposi e ricchi a le fanciulle innanzi
115Le genti accolte. Che valenti egli erano,
Fecero allora manifesto e chiaro
Hàgene di Tronèga e Ortwin pur anco.
Niuno ardìa trascurar ciò che cotesti
Ingiugnere volean. Grandi i servigi
120Furon fatti per essi ai cari ospiti,
E intanto, da le porte di quel borgo,
Molti s’udìan sotto punture e colpi
Forti scudi suonar. Lungo indugiossi