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246 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:317|3|0]]
E fuori e dentro a banchettar, nè mai
D’ospiti estrani s’ebbe in alcun tempo
Cura migliore. Quanto ei più bramavano
Era pronto per essi, e di tal guisa
150Opulento era il re, che nulla a nullo
Fu diniegato allor. Si fean servigi
Amicamente ad essi e senz’alcuno
Astio del core, e con gli ospiti suoi
L’ospite regio assise a mensa. Tosto
155Di sedersi fu indetto a re Sifrido
Là ’ve in prima sedette, e venner seco
A que’ sedili molti valorosi.
Dugento prodi a un circolo sedièro
A quella mensa, e Brünhilde regina
160Pensava intanto ch’uomo ad altri addetto
Esser più ricco non potea. Vêr lui
Inchinevole tanto era del core,
Che volentieri incolume lasciollo.
In quella sera, come il re si assise,
165Molte pel vino vestimenta ricche
Andaron molli, chè dovean gli scalchi
Per le tavole andar. Con molta cura