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I Nibelunghi 255

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T’innalzi tu, la regal donna disse.
Or io cotesto ben vedrò se tale
75Alla persona tua onor si rende
Quale alla mia tributan altri. — Assai
Ambe le donne ebber sdegnoso il core.
  Donna Kriemhilde così disse allora:
Cotesto esser potrà. Da che parlasti
80Qual d’un vassallo del mio sposo, appunto
Oggi dovranno d’ambo i re le genti
Cotesto giudicar, s’io l’ardimento
D’entrarmi in chiesa avrò dinanzi a donna
Sposa di re. Oggi veder tu dêi
85Ch’io mi son donna libera ed illustre,
Che molto e più d’assai che non è il tuo,
È il mio sposo valente; e per cotesto
Non vo’ ch’altri mi oltraggi. E tu vedrai,
In corte, innanzi di Borgogna ai prodi,
90Questa ch’è tua vassalla. Assai più illustre
Io vo’ mostrarmi di qualunque donna
Regale altri vedea, che mai corona
Qui un dì recasse. — Fra le donne invero

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