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272 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:343|3|0]]
Terra di re Gunthero. Il suo saluto
Fe’ il prence ai messi e cenno anche
di assidersi,
15Ma un d’essi rispondea: Deh! ci lasciate,
Sire, in piedi restar, fin che per noi
Dicasi motto che per voi n’è ingiunto.
Questo sappiate che di molte madri
Nemici i figli avete voi. Liudgero
20E Liudegasto l’amicizia omai
Disdiconvi, chè molto, a questi giorni,
E grave duol lor cagionaste. Ei vonno
Con lor squadre venirne in questa terra.
Contro a voi cavalcando. — Incominciava
25Gunthèr, poi che ciò seppe, a corrucciarsi.
Fu indetto allor che i falsi messaggieri
Fosser tratti agli alberghi. Oh! di qual guisa
Sifrido, o chi altri mai, potea guardarsi
Da questo ch’elli ordìan? Ma tutto poi
30Si volse in grave duol de’ rei medesmi!
Segretamente con gli amici suoi
Consigliavasi ’l re, nè gli lasciava
Hàgene di Tronèga alcun riposo;