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274 I Nibelunghi

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Al vostro ostello co’ gagliardi vostri
V’è d’uopo, e ch’io, co’ prodi miei
  che ho meco,
Parta in arcion, mi concedete. Quanto
60Io volentier servigio presti a voi,
Vo’ addimostrarvi. Incoglierà sventura,
Ciò sappiate, per me a chi v’è nemico.
  Oh! caro annunzio a me! come se lieto
Di tant’aita veramente ei fosse,
65Re Gunthero gridò. L’uom disleale
Giù s’inchinò con falso core, e intanto
Prence Sifrido questo aggiunse: Voi
Ben lieve cura di cotesto abbiate.
  Così quelli ordinâr co’ lor sergenti
70Il lor vïaggio, e fean di cotal guisa
Perchè Sifrido co’ guerrieri suoi
Questo intanto vedesse. E d’apprestarsi
Fe’ cenno allor di Niderlànd ai prodi,
E ratto di Sifrido i valorosi
75Guerreschi arnesi dimandâr. Deh! voi,
Padre mio Sigemundo, eroe Sifrido
Incominciò, qui rimanete. Ancora,

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