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280 I Nibelunghi

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Crebbe però gioioso spirto. Credo
Che maggior tradimento unqua non fece
Un cavalier, come d’Hàgene allora
Tradimento venìa, da che regina
185Kriemhilde si affidava alla sua fede.
  All’altro dì, gioiosamente assai
Prence Sifrido con suoi mille prodi
Cavalcando partìa. Credea l’offesa
Dovess’ei vendicar dei fidi amici,
190Ed Hàgen sì daccanto gli si fece
In cavalcar, che ne mirò le vesti.
Come scoverse il convenuto segno,
Nascostamente due de’ suoi, che dissero
Altra novella, egli inviò. «Doversi
195(Fu detto) in pace rimaner la terra
Di re Gunthero, averli a ciò invïati
Liudgero presso al re.» — Deh! quanto in mala
Voglia tomossi principe Sifrido
Senza che vendicata egli l’offesa
200Degli amici si avesse! A gran fatica
Di Gunthero le genti indi il ritrassero,
Ed ei ne venne al re. L’ospite regio

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