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292 I Nibelunghi

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185Voi disciogliete i cani. Io qui mi veggo
Un orso, ed ei di qui fino a l’ostello
Verrà con noi. Se ratto egli non fugge,
Da noi guardarsi ei non potrà. — Disciolti
Furono i cani, e di là diede un balzo
190L’orso feroce e tentò di raggiungerlo
L’uom di Kriemhilde cavalcando. E quello
Ad un loco venìa ’v’eran caduti
Alberi antichi, e del prode avverarsi
La voglia non potea. Là si credea
195Da’ cacciatori incolume la forte
Belva restar. Balzò dal suo destriero
Il buono e ardito cavaliero e l’orrida
Belva rincorse. Ma perchè indifeso
L’orso si stava, non potea da lui
200Sfuggir di tanto. A l’istante ei l’afferra,
Senza ferir per niuna guisa rapido
L’eroe l’avvince. Nè graffi, nè morsi,
Nulla potean sul valoroso, ed ei
A l’arcione il legò, poscia, leggiero
205Tornando in sella, cosi ’l trasse al loco
Del fuoco acceso, con sua molta lena,

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