< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
294 I Nibelunghi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:365|3|0]]

225Incoccarlo, ove tendere il volesse,
Mentre Sifrido il fea da solo. Tutta
Era la veste sua di rilucente
Pelle di lontra, e dal capo a le piante
Su la pelliccia si vedean dispersi
230D’altre pelli gli squarci, e sovra quella,
D’ambe le parti al nobile maestro
De’ cacciatori, molti risplendeano
E vari fregi d’or. Portava ancora
La sua Balmunga, un’ampia e bene adorna
235Arma, ed ell'era di cotanto acuta,
Che ove qualcuno a un elmo la vibrasse,
Non si restava dal fenderlo. D’alma
Era intanto gioiosa il cacciatore
Nobile e vago. Ma poichè degg’io
240Tutta esplicarvi questa istoria, l’inclita
Faretra sua di valenti saette
Colma era tutta, e avean le ghiere in oro
Que’ dardi suoi, quanto d’un uom la destra
Ampi nei ferri. Oh sì! morir dovea
245Ratto colui che piaga ne toccava!
  Ne andava allora il nobil cavaliero

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.