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I Nibelunghi | 295 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:366|3|0]]
Fiero d’assai qual cacciatore, e lui
Miravano avanzar quei di Gunthero
Uomini accolti. Ad incontrarlo ei corsero
250E presergli il destrier. Deh! che a la sella
E forte e grande un orso egli adducea!
Quand’ei discese dal destrier, la bocca
E i piedi egli sciogliea da le ritorte
Alla belva feroce, e ratto e insieme
255Alto i cani latrâr, quand’elli videro
L’orso disciolto. E volea ricacciarsi
La fiera al bosco, e le adunate genti
Forte ne avean rancura. Al fiero strepito
L’orso correa ver le cucine. Oh! quanti
260Famigli intenti alla regal cucina
Lungi balzâr dal fuoco, e rovesciârsi
Molti caldai frattanto e andâr dispersi
Tizzoni molti. Oh! quante ne la cenere
Fûr viste poi giacersi inclite dapi!
265Da’ lor seggi balzâr con le lor genti
I prenci allora, e a concepir disdegno
La fiera incominciò; ma il re fe’ cenno
Di sciolti liberar quanti alla soga