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I Nibelunghi | 313 |
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Gli uomini tutti. A Sigemundo ancora
Il dolor mio direte voi, s’ei pure
80Vuol darmi aita a piangere del prode
Suo Sifrido la morte. — Andava il messo
Rapido là 've gli uomini rinvenne
Giacersi, di Sifrido i valorosi,
Del suol de’ Nibelunghi. Egli lor gioia
85Così togliea col tristissimo annunzio,
E quelli non volean, fin che s’udirò
Pianti e lamenti, dargli fede. Ancora
Andava il messo concitato al loco
Ove il sire giacea. Non anche il sonno
90Principe Sigemundo aveasi preso,
Ch’io credo che il suo cor gli predicesse
Ciò che gli accadde. Ei non dovea più mai
Vivo mirar quel figlio suo diletto.
Su, vi destate, prence Sigemundo!
95Volle Kriemhilde donna mia ch’io tosto
Qui venissi per voi. Le è dato affanno
Quale a voi pur, dinanzi ad ogni doglia,
Al core scenderà. Ciò v’è ben d’uopo
Aitar altri a piangere, chè voi
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