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I Nibelunghi | 315 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:386|3|0]]
Correan con molla doglia. Anche venièno
Mille guerrieri, gli uomini fidati
Del pro’ Sifrido. Alcuni allor, che piangere
125Udîr le donne di sì fiera guisa,
Pensâr ch’elli dovean pigliar le vesti.
Ma non potean, per l’improvvisa doglia,
Lor mente governar. Grave d’assai
Era discesa in core a lor l’ambascia.
130Re Sigemundo là ne andava intanto
Ove Kriemhilde ritrovò. Dicea:
Ahimè! per tal vïaggio in questa terra!
E chi mai di tal guisa orrida e fera,
Presso d’amici buoni tanto, voi
135Orbar potè del vostro dolce sposo
E me del figlio mio? — Deh! s’io potessi
Conoscerlo, dicea l’inclita donna,
Nè di persona, nè di cor più mai
Benigna gli sarei! Tale un affanno
140Io gli ordirei, che piangerne per sempre
Dovrìan gli amici suoi per mia cagione!
Re Sigemundo in braccio si togliea
L’estinto prence, e così grande allora