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320 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:391|3|0]]
Deh! che fûr visti accorrere piangenti
Quanti amici egli avea! Come portato
L’ebbero al monastero, ecco che assai
235Sonâr campane, e d’ogni parte udìrsi
Molti preti cantar. Venne pur anco
Co’ suoi gagliardi re Gunthero, ancora
Hàgen feroce a tanto affanno corse.
Disse Gunthero: Dolce mia sorella,
240Oh! qual dolore il tuo, perchè noi tutti
Evitar non potemmo il grave danno!
Sempre, deh! sempre piangeremo noi
Di Sifrido la vita! — E ciò voi fate
Senza ragion, dicea la dolorosa.
245Che s’era in voi dolor di tanto, tanto
Accader non potea. Voi m’oblïaste
(Questo affermar degg’io), quand’io
per sempre
Fui separata dal mio dolce sposo.
250Dio volesse (Kriemhilde soggiungea)
Che ciò a me fosse fatto! — E lor menzogna
Forte quei sostenean. Kriemhilde allora
Incominciò: Quale di voi si estima