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I Nibelunghi | 323 |
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Fa il prence estinto. Credo che nessuno
Là si trovò che non piangesse. Ancora
300Ute piangea di cuore, inclita donna,
E tutti insieme i famigliari suoi
Piangean con lei quella persona bella.
Come si udì che là, dal monastero,
Cantavasi e che il prode iva rinchiuso
305Entro quell’arca, un affollar di genti
Si fece tosto. Oh! quante, per suffragio
Dell’alma sua, portârsi offerte! Egli ebbe,
Oltre a’nemici, buoni amici assai.
E Kriemhilde tapina a le sue ancelle
310Così dicea: Quei che a lo sposo mio
Aveano amore e sono a me benigni,
Dènno rancura sopportar per questo
Amor di me. Per l’alma di Sifrido,
L’oro di lui dividasi frattanto!
315Se v’era alcun fanciullo, anche piccino,
Che intendimento aver potea, venirne
Eragli d’uopo a far l’offerta. Oh! prima
Che fosse il prode in sepoltura, assai
Più che cento cantavansi in quel giorno