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324 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:395|3|0]]
320Messe per lui. Assembramento grande
D’amici v’era di Sifrido. Allora
Che fu cantato, si levò la gente
Di là d’un tratto, e così disse donna
Kriemhilde:In questa notte, oh!
325non lasciatemi
Da sola qui vegliar quest’uomo eletto
E valoroso. È posta ogni mia gioia
Nella persona sua. Vogl’io ch’ei resti
Qui tre notti e tre giorni, ond’io mi sazi
330Di contemplar lo sposo mio diletto
A me cotanto. E vorrà Iddio che morte
Me ancor si prenda, e finirà ogni doglia
Di me Kriemhilde poveretti allora!
La gente di città si ritornava
335Alle sue case, ma volea colei
Che sacerdoti e monaci restassero
Co’ famigliari suoi, perch’ella intanto
Cura si avesse dell’eroe. Ben trista
Ebber la notte e fastidioso assai
340Il dì con essa, chè a quel loco molti,
Senza mangiare e senza ber, si stettero.