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332 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:403|3|0]]
Qual vi diè già Sifrido, ardita spada,
15La corona e la terra a noi soggette;
E volentieri serviranno a voi
Gli uomini di Sifrido. — Ingiunto allora
Fu a’ famigliari ch’ei partir doveano,
E grande si fe’ un correre d’assai
20A’ palafreni, chè dolor per quelli
Era abitar presso i nemici forti
E truculenti. A donne ed a fanciulle
Anche fu indetto di cercar lor vesti
Per vïaggiar. Poi che di là partirsi
25Volea re Sigemundo, incominciaro
Donna Kriemhilde a supplicar li suoi
Congiunti, al fianco della madre sua
Per ch’ella si restasse. E rispondea
L’inclita donna: Egli avverrà cotesto
30Difficilmente assai! Quello, per cui
A me povera donna incolse tanto
Aspro dolor, come potrei con questi
Occhi sempre veder? — Dolce mia suora
Disse Gislhero giovinetto, accanto
35Alla tua madre rimaner tu dêi