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I Nibelunghi | 11 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:82|3|0]]
Eran d’onore, anche l’aveano in cura,
Si ch’egli poi d’un tratto e genti e terre
Acquistar si potea. Al grado intanto
Egli venìa di portar l’armi; e allora
40Di quanto ei bisognò, bastevol copia
Ebbesi innanzi. Incominciò con senno
Vaghe donne ad ambir, che la persona
Del pro’ Sifrido amavano ad onore,
E Sigemundo intanto, il padre suo,
45Fe’ noto a’ suoi che coi diletti amici
Una festa indicea. Ratto l’annunzio
D’altri regnanti ne la terra andava,
E una vesta e un destrier donava il sire
A famigliari ed a stranieri. Dove
50Rinvenir si potea chi, de la stirpe
De’ suoi congiunti, cavalier si fea,
Là per tal festa i nobili garzoni
Tutti di Sigemundo aveano invito
Alla terra; col giovane signore
55La prima volta ei presero la spada.
Meraviglie narrare altri potrìa
Di quella festa. Molto onor per doni