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18 I Nibelunghi

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Kriemhilde a sè medesma in suo pensiero
15Non concedea per ch’ella mai volesse
Alcuno amante. Ancor straniero a lei
Era il garzon, cui fu sommessa un giorno.
  A quell’inclito amor pensava intanto
Di Sigelinde il figlio, e tosto sparvero
20Gli altri amadori innanzi a lui qual vento,
Ch’ei si merlava la leggiadra e bella
Giovinetta, e più tardi al pro’ Sifrido
La nobile Kriemhilde ivane sposa.
  Ma i suoi congiunti e molti degli amici
25Il consigliâr, poi che recar volea
Sopra un fidato amor la sua speranza,
Ch’ei cercasse cotal che più di lui
Esser degna potesse, e il valoroso
Sifrido rispondea: Kriemhilde adunque
30Pigliar mi vo’, della burgundia terra,
Per sovrana beltà, la giovinetta
Avvenente e leggiadra. È a me ben noto
Che imperator non è sì ricco e grande,
Cui, s’egli brami donna aver, costei
35Per amor non convenga, inclita donna.

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