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486 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:127|3|0]]
310T’è caro il viver tuo, tosto ti rendi
Sovra la sponda ancora. — Hàgen dicea:
Oh! cotesto non far! L’anima mia
Tutta si turba. L’oro mio pigliate,
Oro è buono davver, per vostra grazia,
315E noi di là con mille palafreni
E con uomini assai, portar vi piaccia.
E l’oltraggioso navalestro disse:
Ciò non mai si farà! — Forte, ampio e grande
Un remo ei sollevò, di cotal guisa
320Hàgen colpi (davver! che di cotesto
Ei fu cruccioso), ch’entro al navicello
Su le ginocchia cadde. Oh! più malvagio
Navalestro a quest’uom non incontrava
Che da Tronèga venne! Egli s’accese
325Forte d’assai contro a l’ospite fiero
E tracotante; e l’ospite sul capo
D’Hàgene colpo tal sferrò d’un palo,
Che il palo si spezzò. Davver! ch’egli era
Un vigoroso! Ma n’avea gran danno
330Il navalestro d’Èlse. Alla guaina,
Là ’ve un’arma trovò, rapidamente