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I Nibelunghi | 489 |
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Parte da noi si passi; e però deggio
Andar cruccioso. — Ad alta voce allora
Hàgen così gridò: Giù, sovra l’erba,
Deponete, o valletti, i vostri arnesi.
380Io sì mi penso che de’ navalestri
Lunge il migliore io fui, quanti sul Reno
Altri già rinvenìa. Però alla terra
Di Gelpfràt sì m’affido io di portarvi.
Perchè più presto l’acque egli passassero,
385Dentro i cavalli ei sospingean. Felice
D’essi fu il nuoto inver, chè de le forti
Onde nessuna lor togliea quel nuoto,
Sol più lunge qualcun, chè ciò a stanchezza
S’addicea, fu sospinto. E quelli intanto
390Portavan l’oro entro la nave, ancora
Lor vestimenta, poi che tal vïaggio
Non potean evitar di alcuna guisa.
Hàgen di tutto curator; per questa
Foggia egli addusse ne la terra estrana
395Molti possenti ardimentosi. E in pria
Di là condusse mille cavalieri
Incliti, e poscia li gagliardi suoi.