Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
I Nibelunghi | 505 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:146|3|0]]
Si lascin elli senza cura. — Intanto,
210Come a quelli arrivò chi fe’ battaglia
Prima, cotesto alti compagni suoi
Alta d’assai fece rancura, ed uno
Ancora dimandò: Deh! fino a quando
Cavalcheremo noi? — Loco a posarvi
215Non abbiam noi, disse Dancwarto ardito,
E sì v’è d’uopo, fin che giorno faccia,
A tutti cavalcar. — L’agil Volkero,
Che de’ famigli aveasi cura intenta,
Inchieder fece al connestabile: Ove
220Sarem stanotte, perchè i nostri dolci
Signori abbian riposo e i palafreni?
Disse Dancwarto ardito: Io non potrei
Dirvi cotesto, nè potremmo noi
Pria riposarci che incominci il giorno.
225Laddove troverem, noi sovra l’erba
Ci porremo a giacer. — Come cotesto
Annunzio avean, deh! qual corruccio fue
In qualcun d’essi! Ed ei restâr frattanto
Non consci che di sangue erano tinti
230Ancora caldo, fin che il sol recava