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526 I Nibelunghi

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Onor vivere il prode; avea concessa
A Giselhèr la sua leggiadra figlia.
E, intanto, a re Gunthero, inclito eroe,
270Ben che raro accogliesse i doni altrui,
Ei diè un guerresco arnese; anche potea
Con molto onor portarlo il re possente
E illustre; e tosto s’inchinò Gunthero
Alla man di Rüedgero inclito. Ancora
275Ei diè a Gernòt un’arma buona assai,
Quale egli poi portò da valoroso
Nelle battaglie, e di tal dono invero
Godea la donna del margravio. Eppure,
Il buon Rüedgero, per quell’arma, un giorno
280Dovea perder la vita! E Gotelinde,
Come a lei s’addicea, poi che alcun dono
Il re si prese, un dono suo d’affetto
Ad Hàgene offerìa, perch’egli a feste
Senza sua aita non andasse. E quegli
285A ricusar si diede. Hàgene disse:
  Di tutto ciò ch’io vedo qui, non io
Altra cosa vorrei portar con meco
Fuori di quello, appeso alla parete,

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