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I Nibelunghi 541

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Voi, prodi, a me sì le darete, ed io
Custodir le farò. — Ciò veramente
Giammai non si farà! Nè tanto onore,
Donna cara agli eroi, bramo o desìo
165Che il mio pavese voi rechiate, e l’altre
Armi di me, dentro a le stanze vostre,
Chè voi siete regina, e mai cotesto
Non m’insegnava il padre mio. Valletto
Io medesmo esser bramo. — Oh! dolor mio!
170Disse Kriemhilde. E perchè mai deporre
Lor pavesi non vônno il fratel mio,
Hàgen con esso? E prevenuti ei sono,
E s’io sapessi chi cotesto fece,
Io la sua morte n’ordirei pur sempre!
  175Prence Dietrico allor dicea con sdegno:
Io son colui che i nobili e possenti
Prenci ammoniva, ed Hàgen valoroso,
L’uom de’ Burgundi; nè di ciò farai,
Donna infernal, ch’io mi porti la pena.
  180D’Ètzel assai si vergognò la donna,
Ch’ella Dietrico temea forte. Andava
Di là rapidamente e nulla disse,

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