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546 I Nibelunghi

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Ei sì ne conosceva, e quello in tutte
10L’opre sue cavaliero ardito e buono
Era davver. Lasciavasi frattanto
Che andassero alla reggia i cavalieri;
Tolti solo que’ due, gli altri fûr visti,
Oltre la corte, andarne assai lontano
15Ad un vasto palazzo. Odio d’alcuno
I cavalieri, fior d’ogni più forte,
No, non temean. Dinanzi da la casa,
Alla sala di contro, usato ostello
Di Kriemhilde, ei sedean sovra uno scanno
20In basso, e risplendean su lor persone
Loro arnesi pomposi. Oh! volentieri
Avrìa saputo chi li riguardava,
Chi si fossero mai! Come a selvagge
Belve, mirava con aperta bocca
25Ogn’uom degli Unni ai prodi ardimentosi;
Anche li vide da una sua finestra
D’Ètzel la donna, e si turbò d’assai
La leggiadra Kriemhilde. Ella pensava
Al suo dolore e a pianger fea principio,
30E di cotesto meraviglia assai

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