Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
I Nibelunghi | 547 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:188|3|0]]
D’Ètzel le genti avean, quale mai cosa
Le avea turbato il core a l’improvviso.
Ed ella disse: Hàgene fea cotesto,
O cavalieri ardimentosi e buoni.
35E a quella donna elli dicean: Cotesto
Come dunque accadea? mentre veduta
Or ora v’abbiam noi lieta e contenta.
Ma quel qualunque che vi fea tal cosa,
Dite a noi di punire. E sì davvero
40La sua vita n’andrà. — Sempre vorrei
Quello servir che l’alto mio dolore
Vendicherà. Per quanto egli vorrìa,
Pronta sarei dell’alma. Ond’io vi prego
A’ vostri piè, disse del re la donna,
45D’Hàgene voi, sì che vita egli perda,
Mi vendicate. — Prontimente allora
Sessanta s’accingeano ardimentosi.
Per voler di Kriemhilde elli voleano
Irne di là, voleano Hàgene uccidere,
50L’uomo ardito e superbo, e seco ancora
Il sonator di giga, e ciò per essi
In secreto consiglio s’apprestava.