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554 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:195|3|0]]
De’ lor famigli, e dietro a lor rimaso
180In vïaggi di corte io non son mai.
Ditemi anche di più, disse colei,
Perchè mai feste cosa, onde mertato
Avete voi ch’io tanto v’odii? Morto
M’avete voi lo sposo mio diletto,
185Sifrido, e però sempre a lagrimare
Molto astretta son io fino alla morte.
Ed egli disse: E che più mai? Vi basti
Questa parola, ch’io son qui davvero
Quell’Hàgene che uccise un dì Sifrido,
190L’eroe, con le sue mani. Oh! quanto forte
Donna Kriemhilde ciò che disse a quella
Vaga Brünhilde in un alterco, espiava!
Senza menzogna, o nobile regina,
Dirvi poss’io che di tal danno grave
195Tutta ho la colpa. Or vendichi cotesto
Chi più lo vuole, od uomo o donna. Intanto,
Nulla niegar vogl’io; grave rancura
Davver! ch’io v’ho recata! — Ed ella disse:
Or, cavalieri, udite voi che nulla
200De’ miei dolori egli mi niega? Quale