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I Nibelunghi | 567 |
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In fino all’alba. — Con affetto assai
Rendea grazie a Volkero il valoroso:
85Volkèr diletto assai, Dio vi compensi
Dal cielo. In tutta la mia cura, niuno,
Tolto voi solo, disïar potrei,
Quand’io mi fossi alla distretta. Un giorno
Io di cotesto vi darò compenso.
90Ove la morte ciò non tolga. — Allora
Ambo cingean lor armi rilucenti,
Ciascuno in man recavasi la targa,
E da la casa uscìan per starsi innanzi,
Là, dalla porta. Ei, di tal guisa, cura
95Degli ospiti prendean; si fea cotesto
Da lor con fede. Ma Volkero ardito
La buona targa sua di quella sala
Appoggiò di sua mano alla parete,
E a dietro ritornò la giga a prendere.
100A quegli amici suoi così servìa
Come ad eroe conviensi. Ad una pietra
Egli si assise là, di quella casa
Presso la porta. Suonator di giga
Di lui più destro non fu mai. Sì dolce