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I Nibelunghi | 569 |
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Cotesta briga. Innanzi dalla casa
Starsi vegg’io armate genti, e come
Io m’argomento, credo sì che vogliano
130Darci assalto. — Oh! tacete, Hàgen rispose,
Soffrite ancor ch’ei facciansi vicini.
Pria che qualcun ci vegga, elmi saranno
Da nostre spade e per la nostra mano
Via qui divelti, e male assai costoro
135Fien rimandati appo Kriemhilde. — Intanto,
Degli Unni prodi tal rapidamente
Vide sì che guardata era la porta.
Deh! con qual fretta egli gridò: Di quanto
Vogliamo noi, nulla può farsi. Vedo
140Starsi di giga il suonatore a guardia
Col suo pavese. E porta sovra il capo
Un elmetto che luce e che scintilla,
Forte, duro ed intero. Anche scintillano,
Come fa il fuoco, dell’arnese suo
145Gli anelli, ed Hàgen gli sta presso, e gli ospiti
Davver! che bene son guardati! — Allora
A dietro si tornâr. Verso al compagno
Con ira molta favellò Volkero,