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I Nibelunghi 581

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Per che consci di tanto elli restassero
Che corrucciati eran dell’alma assai
170Gli uomini di Gunthero. Or, se la giostra
Volean egli lasciar, di lui cotesto
Fatto sarìa qual per amore. Tosto
Che dilungâr que’ valorosi e buoni,
Vennero quelli, come a noi si disse,
175Di Turingia, ancor quei di Danimarca,
Attorno a mille, ardimentosi. Molti
Volar fûr visti, ai poderosi colpi,
Tronconi d’aste. E cavalcare in giostra
Irnefrido et Hawardo, e quei del Reno
180Sì gli attendean superbamente assai,
Indi colpi sferrâr molti a cotesti
De la turingia terra. Ecco! da punte
Fûr traforate molte ricche targhe.
  Con tremila de’ suoi re Bloedelino
185Venìa frattanto, ed Ètzel e Kriemhilde
Bene assai il vedean, chè innanzi ad ambo
Là si fea l’armeggiar de’ cavalieri,
E la regina di giocondo core,
De’ Burgundi pel duol, mirò a cotesto.

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