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596 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:237|3|0]]
Questa venuta mia, d’Hàgene colpa,
15Fratello tuo, che morto fea Sifrido.
Di ciò appo gli Unni paghera’ tu il fio
Co’ tuoi guerrieri assai. — No, no, signore
Bloedelin, rispondea Dancwarto allora.
Forte dovremmo noi d’esto vïaggio
20Fino a corte pentirci. Er’io fanciullo
Gramo e picciolo inver, quando Sifrido
Vita perdea, nè so qual cosa mai
Da me si cerchi d’Ètzel re la donna.
Più di cotesto assai nulla so dirvi.
25Fean l’opra i tuoi congiunti, Hàgen,
Gunthero,
E però sì v’è d’uopo, estrani voi,
Difendervi, chè scampo, oh! non avrete!
Pegno sarete con la morte vostra
30Perchè Kriemhilde si consoli. — Allora
Che ritrarvi da ciò voi non volete,
Disse Dancwarto, sì mi pento assai
Delle mie scuse. Risparmiarle, cosa
Era migliore! — E il cavalier gagliardo,
35Ardito e forte, si balzò da mensa.