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I Nibelunghi | 601 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:242|3|0]]
Quella sua destra oprato avea, balzaro
Di contro a lui, nato in burgundia terra.
Ora volesse Iddio, disse Dancwarto,
Che un messaggiero avess’io qui, che questo
125Saper facesse ad Hàgene fratello
Ch’io qui mi sto contro tanti gagliardi
In distretta cotale! Ei mi darebbe
Aita, o qui appo me cadrebbe estinto!
Dicean gli Unni gagliardi: Il messaggiero
130Sarai tu stesso, chè al fratello tuo
Morto ti porterem. Così egli vegga,
L’uom di Gunthero, la sua doglia prima.
Ad Ètzel re gran danno festi invero!
Ed egli disse: Le minacce vostre
135Suvvia lasciate e vi traete a dietro.
D’alcun altro io farò molli di sangue
Le maglie, perch’io stesso esta novella
Ridica in corte. E lagnarmi vogli’io
Di mio grave corruccio appo il mio prence!
140E di tal guisa d’Ètzel a’ gagliardi
Ei tremendo si fe’, che a lui resistere
Non osâr con le spade; ei le saette