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610 I Nibelunghi

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100Del Reno il sire, molte ampie ferite,
Ei stesso, il re, per i lucenti arnesi
De’ suoi nemici ministrò. Valente
Eroe costui; però gagliarde prove
Ei fea di sè. Ma venne anche alla pugna
105Gernòt possente, e molti eroi degli Unni
Morti egli fe’ con un’acuta spada
Che Rüedgero gli diè. Male d’assai
Fece d’Ètzel ai prodi. Or, nella mischia
Anche gittossi il figlio giovinetto
110Di donna Ute, e sovra gli elmi un alto
Davan clangor quell’armi sue lucenti,
D’Ètzel ai prodi sovra gli elmi, a quelli
De la terra degli Unni. Oh! gran prodigio
Di Gislhero la destra ardimentosa
115Oprava allor! Ben che gagliardi ei fossero.
Con lor guerrieri questi re, dinanzi
Fu visto a tutti, e di contro a’ nemici,
Starsi Gislhero. Buono eroe costui!
Chè sotto a’ colpi suoi molti nel sangue
120Ei fe’ cader. Ma forte anche a sè stessi
Facean difesa d’Ètzel i gagliardi,

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