< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

I Nibelunghi 617

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:258|3|0]]

A supplicar volgete? Il menestrello
Non di tal guisa ci sbarrò la porta,
Che schiudere da noi più non si possa
Ampia cotanto per uscirne ancora.
  255Tacete voi! disse Dietrico. Il diavolo
Faceste qui! — Concedervi cotesto
Vogl’io, soggiunse principe Gunthero,
E però via di qui vosco traete
E molti e pochi, tolti i miei nemici.
260Qui restar dènno. Troppo gran dolore
Ei qui m’han fatto presso agli Unni. —
  Allora
Che udì cotesto, l’inclita regina
Dietrico cinse di sue braccia. In lei
265Grande l’angoscia! Ei sì con l’altra mano
Ètzel con sè di là condusse. Ancora
Seicento con Dietrico uscìan gagliardi.
  Disse il margravio, nobile Rüedgero:
Se dalla sala ad altri ancor, che serve
270D’integro core a voi, si dà l’uscire,
Ciò intendere ci fate. A buoni amici
Pace conviensi che mai non si turba.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.