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I Nibelunghi | 625 |
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Volkero intanto, suonator di giga,
Eroe buono d’assai: Ora vegg’io
La verità, qual mi fu detta! Vili
Son gli Unni tutti e piangon come donne.
40Almeno, elli dovrìan darsi pensiero
Di tal che grave ebbe ferita. — Allora
Un de’ margravi si pensò che tale
Favellasse da senno. Un suo congiunto
Caduto vide là nel sangue e tosto
45Di sue mani il ricinse, e già volea
Di là portarlo. Ma di mortal colpo
Presto il raggiunse il menestrello ardito.
E come gli altri videro cotesto,
Fuga dovunque incominciò. Principio
50Fean elli tutti a maledir di giga
Il sonatore, ed egli un giavellotto,
Forte, acuto d’assai, sollevò in alto,
Qual degli Unni nemici alcun gli avea
Scagliato incontro. Or questo egli vibrava
55Con gran forza e vigor sovra la folla,
Lontano assai, lungo il castello, e a quelli
D’Ètzel guerrieri più in là dalla sala