< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
646 I Nibelunghi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:287|3|0]]

Per lor mani a morir. Mala custodia
Si fea frattanto a quegli ospiti illustri.
  Ma il re, ma la regina anche, di questo
Avean pensier che gli Unni cavalieri
15Pria del vespro tentassero la pugna
Novellamente. E d’essi altri vedea
Starsi là innanzi ventimila eroi,
Quali dovean discendere a l’assalto.
  Contro agli ospiti allor fiera levossi
20Una tempesta, e Dancwarto, fratello
D’Hàgen, l’ardito cavaliere assai,
Da presso a’ prenci suoi verso la porta
Contro a’ nemici si slanciò. Credeasi
Che morto ei fosse, e ritornò là innanzi
25Incolume. E durò l’orrida pugna
Fin che la notte la troncò. In tal guisa,
Per quanto è lungo un giorno estivo,
  innanzi
D’Ètzel ai prodi gli ospiti a sè stessi
30Curar difesa, come ancor s’addice
A buoni cavalieri. Oh! quanti eroi
Ardimentosi da’ lor piedi innanzi

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.