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I Nibelunghi | 647 |
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Caddero, a morte già devoti! Avvenne
Ad un solstizio il grave scempio, e intanto
35Donna Kriemhilde vendicò del suo
Core l’affanno sui congiunti suoi
Prossimi, ancor su molti prodi; gioia
Da quel di più non ebbe Ètzel signore.
Già caduto era il giorno e grave cura
40Agli ospiti incogliea. Pensavan elli
Che la morte avacciar cosa migliore
Era per essi, che crucciarsi a lungo
In dolor senza fine. Ora desìo
Avean di pace i cavalieri illustri
45D’anima altera; onde pregâr che alcuno
Lor conducesse de la terra il sire,
E tosto i prodi di lor sangue tinti,
Con lividor di maglie, essi, i tre prenci
Illustri, uscîr da quell’ostello. Il grave
50Dolor presso a chi mai dovea per essi
Piangersi, non sapeano. Ambo venièno
Ed Ètzel e Kriemhilde. Era di questi
La contrada, e però grande si fea
Lor drappello dattorno. Or disse il prence