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I Nibelunghi | 649 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:290|3|0]]
75Cosa vi feci io mai? ch’io qui men venni
Amicamente cavalcando a questa
Vostra contrada! — E quei dicean:
Davver!
Che per vostra bontà di pianti e omèi
80Pieno è il castello e la contrada è piena!
Gradito avremmo assai che d’oltre il Reno,
Da Worms, a noi tu non venissi mai,
Chè disertaste voi la terra, tu
E que’ fratelli tuoi. — Con disdegnosa
85Anima favellò Gunthèr gagliardo:
L’odio rubesto se, concilïando,
Depor vorrete a noi che siam stranieri,
Per le due parti buon consiglio fia.
Senza ragione egli è ciò che ne fece
90Ètzel signore. — E dell’ostello il sire
Disse agli ospiti suoi: Di me dolore,
Dolor di voi, diversi sono. In questo
Alto travaglio di rovina, in questo
Danno ch’io qui toccai, niuno di voi
95Partirassi di qui vivente ancora.
E Gernòt fiero così disse al prence: