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I Nibelunghi | 665 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:306|3|0]]
Guisa egli udiva favellar, l’eroe,
L’uom sì fedele, riguardava. Il fio
Di ciò pagherai tu! pensava in core.
Tu di’ ch’io son codardo, e la tua fola
40Con troppo alta la voce hai detta in corte.
Cominciò il pugno a chiudere e a colui
Corse d’un tratto e di sì fiera possa
L’uom degli Unni colpì, che quegli al piede
Tosto gli giacque estinto. Oh! ma di tanto
45Allor crescea d’Ètzel re la rancura!
Là, tu codardo e vil! disse Rüedgero.
Doglia ed angoscia che mi basti, assai
Ho io davver. Per ch’io qui non combatto,
A che gridando vai? Che se foss’io
50Per cagion grave d’alcun odio preso
Per tali ospiti qui, ciò che poss’io,
Fatto avrei veramente, ove si tolga
Ch’io qui addussi gli eroi. Lor guida fui
Del mio prence alla terra, e questa mia
55Mano, infelice assai, pugnar non dee.
Disse al margravio allora Ètzel, illustre
Prence e signor: Di qual mai guisa voi,