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684 I Nibelunghi

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Da valorosi assai. L’armi ei recavano
450Taglienti in pugno; ed elmi si schiantavano
Molti allora e di targhe i cinti splendidi.
E que’ Burgundi, stanchi assai, sferravano
Colpi tremendi che laggiù scendeano
Dritti e profondi, per le maglie nitide,
455Drizzati al loco ove soggiorna l’anima,
Su quei di Bechelara. Ecco! elli feano
Opra stupenda in la tenzon terribile.
  Già del margravio l’inclito drappello
La sala penetrò. Rapidi incontro
460Balzâr Volkero ed Hàgene. Oh! cotesti,
Fuor che a quel solo, non concesser tregua,
E tosto d’ambo per le mani il sangue
Scorse da le celate. Oh! di qual foggia
Spaventosa davver le molte spade
465Là dentro tintinnâr! Di sotto ai colpi
Da le targhe schiantâr molti gheroni
E nel sangue balzaro inclite gemme
Da’ pavesi divelte. Elli in tal guisa
Pugnâr tremenda, qual non mai si vide.
  470Di qua, di là di Bechelara il duce

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