< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
708 I Nibelunghi

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:349|3|0]]

Prence e signor, che morto per la destra
Di Volkero qui sta! disse maestro
Hildebrando. Ma lunga ora non dee
320Incolume restarne il menestrello.
  E Volkero ei colpì, sì che le cinghie
Di qua, di là, dell’aula a le pareti
Balzare al menestrello ardimentoso,
E scintille mandâr, via dal cimiero,
325Via dalla targa. Di sua vita il termine
Volkèr possente per tal via toccava.
  Gli uomini allora di Dietrico innanzi
Nella mischia avventârsi. Elli colpìano
Di cotal foggia, che lontano assai
330Ivan maglie divelte, e delle spade
Vedeansi in alto via volar le schegge.
Caldo e scorrente rio di vivo sangue
Ei suscitâr dalle celate. Intanto,
Volkero estinto là vedea quel sire,
335Hàgene di Tronèga, e fu cotesto
Il più grave dolor che sì ’l toccava
Alla festa regal fra tanti amici
Ed uomini congiunti. Oh! di qual fiera

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.